A colloquio con Irene
Ginanni, relatrice agli incontri seminariali Ordo Amoris. Questioni di filosofia e teologia contemporanee tenuti
alla Biblioteca San Giorgio di Pistoia tra aprile e maggio 2015 (Intervista da La Vita, 15 giugno 2015)
Come
mai hai voluto dedicare il tuo intervento alla figura di Pavel Florenskij?
Ho incontrato la figura
di Pavel Florenskij durante gli anni dell’Università a Firenze e sono rimasta
così affascinata dalla bellezza e dalla profondità del suo pensiero da scegliere
questo “gigante della filosofia” per il lavoro finale di tesi. Quando suor
Antonella Spitaleri mi ha chiesto se volevo partecipare agli incontri dedicati
quest’anno al tema dell’amore, mi è sembrato naturale proporre Florenskij come
guida per approfondire tale tematica. Dal mio punto di vista, egli riesce ad
offrire una riflessione sull’amore come via gnoseologica per giungere alla
Verità che apre orizzonti nuovi non solo teorici e speculativi, ma anche concreti
per orientare la propria vita. Il fascino di autori come Florenskij è proprio
questo: riuscire a calare le questioni fondamentali della filosofia nel tessuto
quotidiano della vita, all’interno di essa e in aiuto ad essa. Vita e pensiero
testimoni della Verità.
Chi
è Pavel Florenskij?
Non è semplice da sintetizzare la sua grande
personalità…Pavel Aleksandrovič Florenskij (1892-1937) è stato un matematico e
un filosofo, un fisico e un teologo, un linguista, un inventore, un poeta, uno
studioso di icone. Accostarsi alla sua vita e alla sua opera è come
intraprendere un cammino in “continenti” diversi fra loro, all’apparenza privi
di un nesso comune. Questa molteplicità di discipline affrontate, lontane
dall’essere espressione di un dilettantismo scevro da analisi rigorose e
approfondite, testimonia lo spirito e il fine ultimo con il quale egli ha
sempre condotto le sue ricerche e la sua riflessione: la tensione alla
verticalità, alla ricerca delle stratificazioni dell’Essere e della Verità nei
livelli d’espressione che possono incontrarsi nei fenomeni di volta in volta
studiati. Descritto più volte come il Leonardo russo, credo sia interessante la
similitudine con cui molti studiosi tentano di interpretare l’opera
florenskiana: essa, simile a una musica polifonica, possiede la “capacità di
condensare nello stesso istante più suoni e più voci, organizzandoli in modo
che non si abbia né un assembramento disordinato, né una semplice sommatoria,
ma una struttura dalla quale scaturisce un incremento di significato.”(Tagliagambe,
Come leggere Florenskij) Proprio
questo incremento di significato può ancora giungere ai nostri giorni con tutta
la sua forza e bellezza.
Giovanni Paolo II lo ha
indicato come esempio d’incontro fra la ricerca filosofica-scientifica e
l’esperienza di una fede profonda (Fides et
ratio, 74). Benedetto XVI ha citato un bellissimo passo del suo testamento
spirituale scritto nel gulag delle isole Solovki: “Osservate più
spesso le stelle. Quando avrete un peso nell'animo, guardate le stelle o
l'azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi
offenderanno,...intrattenetevi col cielo. Allora la vostra anima troverà la
quiete" (Non dimenticatemi). La
sua vita eccezionale ha avuto anche “un destino eccezionale nella sua
tragicità”: Florenskij fu arrestato come nemico dello stato sovietico nel 1933
e imprigionato prima nel lager di Skovorodino e, dal 1936, in quello delle
“isole dell’inferno”, le isole Solovki. Fu poi fucilato l’8 dicembre del 1937.
La sua anima ormai “sorda” a tutto ciò che lo circondava, sprofondata
nell’estremo nulla, fu luce splendente per i suoi compagni di prigionia,
testimone di Dio nell’abisso.
Tornando
al tema del tuo intervento, come si colloca il pensiero di Florenskij sull’amore?
Durante l’incontro ho
cercato di mettere in evidenza l’aspetto gnoseologico dell’amore poiché, come
dicevo prima, la riflessione florenskiana è veramente vasta ed è necessario
fare una scelta. C’è una frase nell’opera dedicata alle icone Le porte regali che, secondo me, rende chiaro
in quale prospettiva debba essere compreso l’amore: “La conoscenza effettiva
della verità è pensabile nell’amore e soltanto nell’amore, e viceversa, la
conoscenza della verità si manifesta attraverso l’amore.” Solo l’amore è capace
di una conoscenza innescata dallo stupore e dalla meraviglia: essa è la
dimensione dell’accadere e dell’incontro di un’anima verso un’altra aperta al
dono di sé. Solo in questa partecipazione è possibile giungere alla Verità: non
attraverso un ragionamento teorico o un percorso intellettualistico ma grazie a
quell’atto che coinvolge la persona nella sua interezza, che la conduce fuori
da sé stesso e che la predispone all’accoglienza. “Tutto può l’amore”. Florenskij
è riuscito ad assumere l’esperienza teorica e pratica dell’amore come cardine
di un nuovo pensare, evitando il rischio di sistemi sterili come il positivismo
e, dall’altro, di fughe spiritualistiche. L’amore è la chiave interpretativa
della realtà del mondo e dell’uomo che ci fa avvicinare alla vera fonte, al
vero Essere, alla Verità. (Cf. Valentini,
Pavel A. Florenskij).
Brevi cenni
biografici
·
Pavel
Aleksandroviĉ Florenskij nasce il 9 gennaio 1882 ad Evlach, piccola cittadina nel
governatorato di Elizavetpol’, nell’attuale Azerbajdzan.
·
Si
diploma nel 1900 al Liceo Classico della città di Tblisi e si iscrive alla
Facoltà di Matematica e Fisica di Mosca, dove si laurea nel 1904. Rinuncia alla
cattedra di Matematica Pura che gli viene offerta.
·
Conversione
religiosa, si iscrive all’Accademia Teologica di Mosca. Dal 1908 tiene
all’Accademia i corsi di Storia della filosofia antica. Nel 1910 si sposa e nel
1911 viene ordinato diacono e poi sacerdote. Tra il 1913 e il 1917 maturano i
fondamenti del suo pensiero.
·
Alla
chiusura dell’Accademia Teologica di Mosca nel 1917 dopo la Rivoluzione di
ottobre, tiene i corsi di Teoria dello Spazio presso la Facoltà Poligrafica del
Vchutemas di Mosca. Nel 1921 torna ad occuparsi della ricerca più propriamente
scientifica, sia lavorando presso il Consiglio Superiore dell’Economia
Nazionale (VSNCh), sia come collaboratore nell’Amministrazione centrale per
l’elettrificazione della Russia. Dal 1927 al 1933 dirige l’Enciclopedia Tecnica
russa e scrive egli stesso centoventisette voci; partecipa ai laboratori di ricerca
sui materiali elettroisolanti, tiene conferenze, manda avanti un’intensa
ricerca e sperimentazione scientifica.
·
Nell’aprile
del 1928 il monastero della Trinità di San Sergio, dove Florenskij abitava,
viene preso di mira come uno degli obiettivi pericolosi per il nuovo governo di
Stalin in quanto “culla dell’oscurantismo clericale” e ritrovo di uomini nemici
dello Stato e per questo ritenuto da distruggere. Florenskij viene arrestato il
21 maggio di quell’anno. Viene rilasciato pochi mesi dopo.
·
Il
26 febbraio del 1933 viene arrestato nella sua casa di Mosca. Il 6 luglio del
1933 Pavel Florenskij viene condannato a dieci anni di lager con l’accusa di
“propaganda e partecipazione ad organizzazione controrivoluzionaria”. Dopo un
periodo di tre mesi nel carcere della Lubjanka a Mosca, viene trasferito nella
Siberia occidentale presso il BAMlag di Skovorodino, un lager finalizzato alla
costruzione della ferrovia Baikal-Amur e sede della “stazione Sperimentale dei
Ghiacci” dove è assegnato al reparto della ricerca scientifica. Florenskij,
seppur in pessime condizioni fisiche e soprattutto psicologiche, riesce
comunque a dare un significato alla propria vita partecipando attivamente ai
laboratori di ricerca, soprattutto riguardo allo studio sul gelo perpetuo e sugli
anticongelanti, e mantenendo con la famiglia e con gli amici uno stretto
rapporto epistolare.
·
Nell’ottobre
del 1934 viene trasferito nelle isole Solovki dove era nato il primo gulag sovietico. Viene fucilato presso
Leningrado l’8 dicembre del 1937.
Brevi cenni
bibliografici
Pavel A.
Florenskij, La colonna e il fondamento della verità, a c. di N.
Valentini, San Paolo, Cisenello Balsamo (Mi), 2010
ID., Le porte regali.
Saggio sull’icona, a c. di E. Zolla, Adelphi, Milano 1977
ID., Lo
spazio e il tempo nell’arte, a c. di N. Misler, Adelphi, Milano 1995
ID., Il
cuore cherubico. Scritti teologici e mistici, a. c. di N. Valentini e L. Zàc,
tr. it. di R. Zugan, Casale Monferrato, Piemme 1999
ID., Il
significato dell’idealismo, a. c. di N. Valentini, Rusconi, Milano,
1999
ID., “Non
dimenticatemi”. Dal gulag staliniano le lettere alla moglie e ai figli del
grande matematico, filosofo e sacerdote russo, a c. di N.
Valentini e L. Zàc, tr. it. di G. Guaita e L. Charitonov, A. Mondadori, Milano
2003
ID., Ai miei
figli. Memorie di giorni passati, a c. di N. valentini e L. Zàc, tr. it. di
Zonghetti, A. Mondadori, Milano 2003
ID., La
mistica e l’anima russa, a c. di N. Valentini e L. Zàc, San Paolo,
Cisinello Balsamo, (Milano) 2006
ID., Il
simbolo e la forma. Scritti di filosofia della scienza, a c. di N.
Valentini e A. Gorelov, Bollati Boringhieri, Torino 2007
ID., Stratificazioni.
Scritti sull’arte e sulla tecnica, a c. di N. Misler, tr. it., di V.
Parisi, Diabasis, Reggio Emilia 2008
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