martedì 15 dicembre 2015

8 dicembre 2015, l'apertura del centro nuovo, gioia infinita

A volte c'è proprio bisogno di fermarsi e fare come Maria di Betania, la sorella di Marta . È la sensazione che abbiamo sperimentato alla Fondazione MAiC nei primi giorni di dicembre.
Giorni pieni di affanni, passati ad organizzare il trasloco dalla storica sede di via San Biagio 102 alla nuova, intitolata ai "fratelli Carrara". Giorni pieni anche di felicità, per un progetto che trova il coronamento nell'avvio dei servizi a favore delle persone diversamente abili del nostro territorio, reso possibile grazie alla generosità della famiglia Carrara ed alla erogazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Giorni pieni di ansia per una nuova pagina di storia della Fondazione tutta da scrivere, con la grande responsabilità di dover far fruttare i talenti che ci sono stati donati. Il centro è intitolato alla memoria dei fratelli Carrara, imprenditori coraggiosi che hanno saputo tradurre i risultati aziendali anche in beneficio e crescita del territorio dove sono nati e vissuti.

Abbiamo trascorso davvero "giorni di Marta".  Eppure, giunti al termine di questo grande passaggio, abbiamo avvertito urgente il bisogno di assumere l'atteggiamento di Maria.
Perché abbiamo fatto tutto questo? E per chi?
Così, Paradossalmente, nei giorni della massima tensione al futuro, abbiamo guardato -direi: dovuto guardare! - al nostro passato, all'impegno operoso ed intelligente del laicato pistoiese che ha investito tante energie nella Fondazione; all'insegnamento spirituale di chi ne è stato la sua guida per tanto tempo, don Renato Gargini; all'amore di una zia per il nipote, un bambino con disabilità, che nel 1963 è stato l'origine di una avventura longeva e gratificante.

Dopo tanto lavorare, Ci siamo quindi ritrovati come Maria di Betania ad ascoltare la Parola ed a celebrare l'Eucaristia.

Il Vescovo, che ha celebrato l'Eucaristia per noi il 7 dicembre nella solennità dell'Immacolata Concezione di Maria, ci ha ricordato di non considerare la nostra nuova sede semplicemente come una "struttura". Ma di guardarla come una fucina di amore e dignità, di cura e sollievo. La bellezza della struttura deve diventare specchio e ispirazione per questo: "specchio" perché una struttura bella indica la bellezza di chi vi abita e vi cresce; "ispirazione", perché anche nei momenti di stanchezza, o di delusione, il bello che ci circonda stimola ad essere propositivi, amorevoli.
Il Vescovo ci ha richiamato anche all'importante nome che la nostra Fondazione ha. Quell'acronimo un po' strano, MAiC, Maria Assunta in Cielo è una vera e propria missione: seguire Maria nel suo dire sì alla vita nascente; nel suo esempio di madre, e di madre spesso chiamata a coltivare preoccupazioni ed a sperimentare il dolore; nel modello di santità, obbediente e lieta. Abbiamo posto nel nostro centro l'immagine della Annunciazione del Beato Angelico, che ci è sembrata la raffigurazione, tenera ed esigente, di una Madre che si accinge a dire un sì tanto impegnativo. La nostra missione è quella di essere vicino e di supporto ai "si" che ogni giorno tante madri e tante famiglie dicono alla vita, e lo confermano con convinzione quasi eroica, offrendo esempi di santità.

L'immagine dell'Annunciazione è stata portata in processione dalla cappella del vecchio centro al nuovo centro. La processione ha dato il senso della continuità fra il vecchio ed il nuovo ed ha voluto essere il segno del nostro radicamento sul territorio come "luogo di impegno e di amore" per la città intera.

Dal 9 dicembre il centro è divenuto totalmente operativo, ospitando oltre 140 persone con disabilità della provincia di Pistoia. Ogni mattina 60 professionisti della riabilitazione e dell'assistenza prestano la loro opera a servizio delle persone con disabilità in un questa sede (mentre altro 63 lavorano nelle altre
L'interno del centro nuovo

sedi della Fondazionr) Quando tutto ha iniziato a funzionare, ancora una volta eravamo pervasi dall'atteggiamento di Marta, ma i ragazzi del Centro ci hanno ricondotto subito, e con la loro immediatezza, all'essenziale. "Com'è bello il sole" ha esclamato Alba, baciata dai raggi  attraverso i vetri. "Non ho mai avuto una stanza così bella" ha detto Gabriella entrando nel nuovo ambiente di terapia. Massimo, invece, non parla e non vede, ma ha iniziato a toccare il vetro e sorrideva perché lo sentiva caldo o freddo a seconda dell'orientamento del sole. Marco, che di solito cerca il muro e sbattere la testa nel mistero del suo autismo, davanti alla trasparenza del vetro e del panorama circostante è rimasto incantato, ed ha sorriso, senza sbattere la testa.

Abbiamo allora trovato le risposte alle domande che ci eravamo fatti nei giorni frenetici del trasloco, ed abbiamo detto il
nostro grazie al Signore per averci fatto condotto a questo risultato così impegnativo. Dopo i giorni di Marta anche noi ci siamo seduti ai Suoi piedi, ascoltandone la Parola, arrivata anche tramite il cuore e l voce dei nostri ragazzi.

La benedizione di Sua Eccellenza il Vescovo Tardelli

Luca Gori

mercoledì 2 dicembre 2015

Sabati alla Comunità Maria Madre Nostra

 
 
 

 Sabati alla Comunità Maria Madre Nostra


Due parole con...
Irene Fato, di Pistoia, laureata a marzo in medicina e chirurgia, è volontaria alla Fondazione  Maria Madre Nostra dall'età di 15 anni, quando al ginnasio ha conosciuto questa realtà tramite don Diego Pancaldo.

Irene, ogni quarto sabato a partire dal mese di settembre la Comunità Maria Madre Nostra si ritrova per un momento di comunione e di preghiera. Come si potrebbero descrivere queste giornate?

Riunione dell'associazione..questo è il nome dei nostri incontri di ogni mese nella cappellina 
del centro MAIC, ma il nome è riduttivo, o meglio, dall'esterno è difficile immaginare cosa
avvenga e quali possano essere le emozioni che si provano. 
Durante la riunione vengono sì ricordati i principali appuntamenti imminenti e futuri 
ai quali partecipa la nostra comunità,ma viene anche fatto un momento di adorazione
 e riflessione su una tematica ogni volta diversa, guidati dalle letture proposte da don Diego, 
letture che spaziano dai discorsi di Papa Francesco ai libri di Edith Stein, 
sempre stimolanti e adatte al periodo che stiamo vivendo. 
E come si conclude ogni incontro? 
 
Questo momento di comunione si conclude con la cena, l'immancabile pizzata,
 e con il dopo cena danzante tra i sorrisi e l'allegria di noi tutti..ragazzi e volontari insieme
a ballare, a cantare e a divertirsi con gioia...perché si respira e si vive una gioia autentica 
che va ben oltre i balli che si fanno con la musica assordante in discoteca.. 
Questo che viviamo con i nostri ragazzi è un ballo 
fisico e del cuore, che "contagia" anche il pubblico dei meno giovani, le mamme dei nostri 
ragazzi sedute a chiacchierare e a guardarci ballare con un sorriso e un entusiasmo difficile 
da spiegare.

Vogliamo invitarvi: ogni quarto sabato dalle 18.00 Adorazione e preghiera, dalle 20.00 pizza 
e balli, canti... 

Provare per credere..
Irene Fato