venerdì 23 dicembre 2011

Il Bambino e Gesù Bambino

Cari amici, 
vorrei condividere con voi la bella riflessione di un'amica. Nel testo non si fa riferimento alla disabilità, ma le sue parole sui "bambini" mi sembrano illuminanti anche per la nostra realtà. 

Bartolomé Esteban Murillo (1617, Sevilla - 1682, Sevilla), 
Gesù bambino offre da bere a San Giovannino” 
1675-80, Museo del Prado, Madrid
Il Natale è la festa così vicina alla nostra umanità che il suo significato è il più facile da travisare, da deviare. Il bambino Gesù che nasce nella stalla non lo sento un rimprovero al nostro benessere, ma un concentrarsi sull’essenziale: quel poco che basta al corpo e il grandissimo, profondissimo, fedelissimo amore di una madre e di un padre per il loro bambino. I bambini dell’Occidente - quelli che riescono a ‘trovare’ un ambiente ospitale e a nascere-  sono considerati protetti da molte violenze e fortunati oggetti di numerosissime cure. Eppure capita che vengano ingannati mentre si dice loro che hanno tutto e ci si sforza in quel senso ma non si riconosce loro il fatto di essere persone che hanno un’anima. Mentre vengono tenuti come ostaggi della nostra lotta da adulti con Dio e imponiamo loro la nostra stessa distanza da Lui. Mentre non si pensa che i bambini hanno anche fame d’amore autentico e non soltanto un corpo da coccolare con pappe purissime, abiti firmati e cremine bio. Ciò può andare bene ma sicuramente non basta.  Il bambino è un embrione spirituale che ha bisogno di vivere e di nutrirsi d’amore, di coerenza, di atteggiamenti veri, di purezza, continuità, equilibrio, fermezza e generosità umana.


Il bambino è l’eterno Messia che viene a noi, diceva Maria Montessori. Il bambino è mite, è paziente, dolce, finissimo ascoltatore, lottatore anche perché ce n’è bisogno in un mondo assuefatto all’intrusione, allo stravolgimento. Il bambino è la creatura più umile, più desta e amorevole del mondo. Dovremmo riflettere su questa stupenda perfezione con cui ognuno di noi è nato e chiederci dov’è finita la piccola luce gioiosa dei nostri occhi. Soltanto i santi, i più grandi hanno saputo ritrovare la strada di una simile intensità di vita, di un’infanzia ormai divenuta spirituale. Noi gli insegniamo a mangiare, a vestirsi, a comportarsi, quanto fanno 2 più 3 ma se lo osserviamo attentamente il bambino è un piccolo maestro d’amore. Quell’amore che - se non viene stravolto da noi -  è magnanime, benevolo, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interessse, non si adira, non tiene in conto il male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Quel amore che tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.


Leggevo tempo fa nel Diario della Divina Misericordia lasciatoci da Suor Faustina Kowalska – "Pregate per i bambini."! E io mi sono chiesta: ma come ... pregare per i bambini e non per i vecchi, per i malati, per i feriti della vita!? Pregare per lui, per il bambino  già così coccolato, così protetto, così curato, che tutto ignora degli strazi del mondo!? Per molto tempo non l’avevo capito che all’amore del bambino non si può mentire, che lui ci ama così tanto che aderisce a noi con tutte le fibre del suo piccolo essere. Lui assorbe tutto da noi, anche quello che sappiamo di non aver mai detto in sua presenza. Il bambino assorbe per amore la nostra essenza più profonda, i nostri pregi, ma anche le nostre mancanze non colmate prima del suo arrivo. E allora... è un’essenza di pace pace o un’essenza di guerra la nostra? A parte il nutrimento eccellente che noi diamo al corpo dei bambini, quale nutrimento interiore siamo noi per loro?

Il bambino è sole raggiante d’amore e l’avvenire dell’umanità si sta già giocando in ogni attimo nel saper o meno accogliere questo bambino: lo vogliamo rendere simile a noi o ci laviamo mani e sguardi per ricevere degnamente questo dono di Dio? Per essere degni custodi di lui? Vedete, ho detto custodi e non suoi artefici. Per questo credo di aver capito che bisogna pregare per i bambini: affinché vengano protetti dai mali che inconsapevolmente, banalmente, mortalmente prolunghiamo in noi nel nostro oggi. Ecco l’essenza di questo Avvento che è nostro grande amico perche’ ci da tempo per pulire il castello della nostra anima in attesa di un sì grande Ospite. Ecco la bellezza dell’attesa operosa che prima purifica e guarisce per poi unire degnamente nella gioia dell’Incontro. Vivere bene l’avvento è il nostro primo gesto di amore vero nei confronti di chi deve ancora arrivare. Quando noi saremo un po’ più puliti e adorni di tutti i doni dello spirito, allora ben venga il piccolo grande ospite perche’ sarà degnamente accolto, avrà di che cosa nutrirsi bene e da chi imparare a diventare uomo.

Il Bambin Gesù e sulla sua scia ogni bambino ci offrono dolcemente la via dell’Amore e ci strappano da un Natale degli involucri, da un Natale di fame infinita e di dissoluzione. Il bambino ci indica la via del piccolissimo che ha pienezza e perfezione. Il bambino Gesù è la lettera d’amore più bella e tenera che Dio ci abbia scritto e ogni bambino la ripresenta nella nostra vita. In verità, come scriveva Rabbindranath Tagore "Ogni bimbo che nasce reca al mondo il messaggio che Dio non è ancora stanco dell’uomo" .
Buon Avvento e buon Natale a tutti!
Gabriella Molcsan
10 dicembre 2011