Durante tutta l’estate, presso il Centro di riabilitazione della
Fondazione Maria Assunta in Cielo di Marina di Massa, circa 150 giovani
volontari vivono un’esperienza indimenticabile. Il servizio, aperto a
tutti, coinvolge soprattutto giovani delle scuole superiori e
universitari provenienti dalla provincia di Pistoia e oltre. L’attività,
organizzata in turni di 15 giorni, si svolge a stretto contatto con i
disabili e le loro famiglie. Proviamo a scoprire qualcosa in più con
l’aiuto di tre giovani volontari.
Maria Chiara Grieco (18 anni), Lorenzo Niccoli (18 anni) e Gabriele
Vaccaro (19 anni) svolgono da anni questo servizio.
Maria Chiara, come si vive una giornata al mare con i ragazzi del MAiC? Che cosa fa un volontario?
Ogni giorno trascorso al mare con i ragazzi del MAiC è un vero e
proprio percorso di gioia. La prima tappa di questo iter gaudii si ha
dopo i giochi della mattina sulla spiaggia e dopo le attività
riabilitative del pomeriggio, e consiste nel bagno in mare, il momento
più atteso fra tutti e nel quale tra un’onda e uno schizzo d’acqua si
ammirano occhi e sorrisi scintillanti di una felicità tale da rimanere
stupefatti e incantati.
Nei momenti di preghiera, ovvero il saluto a Maria, prima di pranzo e la
preghiera della sera, ma soprattutto durante la Messa, è possibile
contemplare una gioia diversa e più intima.
Infine, l’ultima tappa di questo viaggio nella gioia si svolge a sera,
durante le attività organizzate dopo cena. Tra serate danzanti, giochi a
squadre e cacce al tesoro, si ammira infatti una gioia festosa,
travolgente, che a suon di musica è capace di creare un’armonia
speciale.
In questo scenario gioioso si muove la figura del volontario, che ha il
ruolo di affiancare e condividere con i ragazzi del MAiC questo viaggio,
riscoprendo l’importanza dei piccoli gesti, anche quelli più semplici
quali un abbraccio o un sorriso.
Che tipo di relazioni si instaurano con i ragazzi e le famiglie?
Con i ragazzi, grazie al loro entusiasmo e alla loro amorevolezza
spontanea e travolgente, si instaurano relazioni di affetto sincero, ma
soprattutto così toccante che un semplice abbraccio può davvero far
vibrare ogni corda del proprio cuore. Ma la nota particolare e unica di
tali relazioni risiede nello scoprire sorprendentemente che ciò che
riceviamo dai ragazzi è sempre più grande di quello che noi doniamo
loro.
Un altro grande insegnamento si riceve dalle famiglie che, nonostante le
difficoltà e le mille sfide che si trovano ad affrontare, al mare
vivono ogni giorno con il sorriso, riuscendo sempre a cogliere il bello
di ogni momento, ponendosi come un valido modello di comportamento e di
vita. È commovente vedere la forza d’animo e la tenacia che muove le
famiglie, l’amore con cui si prendono cura costantemente dei propri
figli e con cui si rivolgono ai volontari.
Lorenzo, che cosa è possibile scoprire durante questi 15 giorni?
Grazie a questa esperienza abbiamo l’opportunità di capire il
significato del comandamento di Gesù “Ama il prossimo tuo come te
stesso”. Capiamo, infatti, chi è il prossimo, chi è il più piccolo e,
grazie ai loro gesti, azioni e parole, sperimentiamo la carità e la vera
gioia che essa ci dà. I ragazzi riescono a farci sentire amati e noi
cerchiamo di fare altrettanto.
Non è detto che si possano capire tutte queste cose al primo colpo, ma
una volta che riusciamo a farle proprie si scoprono una serenità e una
gioia interiori immense.
Oltre all’amore si scopre la semplicità. Una volta tornati a casa tutto
ciò che ci circonda ci appare eccessivo e di conseguenza incominciamo a
vivere le nostre giornate in modo meno frivolo, con maggiore intensità.
Incominciamo ad apprezzare e a godere a pieno quanto Dio ci ha donato.
Infine ci viene data la gioia dello stare insieme, tra volontari e
ragazzi/famiglie, tra volontari, tra volontari e operatori
(coordinatori, oss, educatori, sacerdote). Si ha l’opportunità di fare
nuove amicizie, senza badare a differenze psicofisiche e di età, e di
cooperare per stare tutti bene e in armonia.
Una volta provata questa esperienza nasce il desiderio di ripeterla..perché?
Non nasce semplicemente il desiderio di ripetere l’esperienza. Una volta
che hai dato te stesso per il bene degli altri senti che qualcosa non
va, ovvero che potevi fare di più, e farlo ancora meglio. Magari questa
sensazione può sembrare sconfortante i primi tempi, tuttavia, una volta
che hai capito il senso dell’amore nella carità, ti rendi conto che
questo sentimento è un dono di Dio, è un vero e proprio invito a tornare
per cercare di donare e accogliere ancora più gioia.
Gabriele, nonostante la giovane età, hai ormai alle spalle molti anni di servizio come volontario. Puoi spiegarci come ci si prepara all’esperienza del soggiorno estivo presso il centro MAiC?
Il soggiorno estivo al MAiC può esser preparato attraverso molteplici
attività che si svolgono presso il centro di Pistoia, come l’ora di
catechismo che si tiene con cadenza settimanale durante il periodo
scolastico, utile per instaurare un primo rapporto con il mondo della
disabilità.
Nei giorni che precedono l’apertura della stagione estiva, inoltre, sono
organizzati degli incontri con alcuni operatori al fine di introdurre i
volontari alle problematiche e alle situazioni che incontreranno,
nonché per spiegare le esigenze e il programma di una giornata tipo al
mare.
Le informazioni pratiche devono altresì essere supportate da una
imprenscindibile preparazione interiore del singolo volontario, il
quale, durante il soggiorno, deve esser pronto a dare la precedenza alle
necessità del proprio assistito, prestando particolare attenzione al
suo comportamento e all’importanza di stabilire con lui un rapporto di
vera amicizia. Tale relazione, se ricercata e approfondita con dedizione
ed impegno, aiuta il volontario ad accedere ad una dimensione inedita
di cosa significhi “avere un amico”, attuando un autentico “scambio di
doni”.
Il nostro sopperire alle necessità dell’assistito, che si manifestano
anche nelle più semplici azioni quotidiane, viene ricompensato con un
sorriso, un abbraccio e con il toccante sentimento di un affetto
autentico che solo loro, dotati di straordinaria sensibilità, sono in
grado di regalare.
L’attività di volontariato svolta a Marina di Massa ha aiutato il tuo cammino di fede?
Tutto ciò ha contribuito in me a dare una significativa svolta al mio
percorso di fede, aiutandomi a comprendere quale sia la gioia del donare
attimi del proprio tempo e ad essere parte integrante di una relazione
che va ben al di là della semplice amicizia, per assumere giorno dopo
giorno i tratti di una vera lode al Signore, permessa dall’entusiasmo
coinvolgente e dalla profondità di sentimenti di cui i ragazzi della
MAiC sono abili maestri, oltre che perfetti esempi.
L’esperienza del soggiorno estivo lascia una traccia indelebile e
contribuisce a far emergere aspetti tanto inesplorati quanto essenziali
della nostra esistenza. Mi riferisco alla dimensione della pazienza, che
ci insegna a rispettare e ad adeguarsi alle tempistiche e al ritmo di
questi fratelli nelle varie fasi della giornata, alla freschezza
dell’inventiva costantemente alla ricerca di nuovi modi per stimolare la
loro comunicazione e la loro espressione (ad esempio, con attività come
il disegno o la danza), all’importanza dell’attenzione verso qualsiasi
loro gesto o parola con l’obiettivo di comprendere che cosa intendono
dirci. Ognuna di queste caratteristiche, così sollecitate durante i
quindici giorni trascorsi al mare, hanno costituito per me un bagaglio
di esperienza assai prezioso che mi ha consentito di affrontare con
maggior serenità e consapevolezza alcune tappe della mia crescita e che,
se coltivate ancora, mi permetteranno di costruire delle fondamenta di
sicura solidità per lo sviluppo del mio avvenire.
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