Poco più di vent’anni fa Don Renato Gargini, accompagnato da
un “giovane lettore”, realizzava per TVL “La Madonna della Conversione”: una
bellissima serie di incontri dedicati alla Vergine Maria. Le trasmissioni, che
scandivano la devozione mariana del mese di Maggio, proponevano brani poetici
di poeti moderni e contemporanei dedicati alla Madonna commentati stupendamente
da Mons. Benvenuto Matteucci, allora Arcivescovo emerito di Pisa. Si tratta di
una delle ultime testimonianze di Matteucci, ormai malato e prossimo alla
morte.
In questi giorni ho trascritto le poesie citate durante
queste registrazioni. Vi segnalo il link da cui potete scaricare le citazioni.
Sono sicuro che gioveranno alla vostra vita spirituale.
Chi era Benvenuto
Matteucci?
Benvenuto
Matteucci fu ordinato sacerdote della Chiesa pistoiese il 14 agosto 1932.
Successivamente conseguì il dottorato presso l'Università Gregoriana con una
tesi su Scipione de' Ricci ed il giansenismo toscano.
Docente di Teologia presso il
Seminario di Pistoia dal 1935 al 1938, dovette lasciare l'insegnamento per
l’ufficio di parroco presso Poggio alla Malva (Pistoia) fino al 1960. Questi
furono anni di intenso studio della letteratura moderna, italiana e straniera,
che rivelarono Benvenuto Matteucci come uno dei più originali interpreti
espressi dalla cultura cattolica nel secondo dopoguerra. In questi anni egli
divenne l'interlocutore privilegiato di molti letterati cattolici o vicini al
cattolicesimo, fra cui Giovanni Papini,
padre Ernesto Balducci, don Lorenzo Bedeschi e padre Davide Maria Turoldo. Negli anni
precedenti al secondo conflitto mondiale era entrato, insieme a Bargellini, Giuliotti, Betocchi, Soffici,
Bo e Lisi, nel gruppo di intellettuali fiorentini che si riunivano intorno
a «Il Frontespizio». Successivamente collaborò ad alcune importanti riviste tra
cui si ricordano «Mal'aria», «Humanitas», «Vita e Pensiero», «Studium», ecc.
(molti degli articoli letterari pubblicati in questo periodo sono ora raccolti
nella trilogia "Per una teologia delle lettere", Pisa, 1980).
Negli anni del Concilio ecumenico
Vaticano II fu incaricato dall'«Osservatore
Romano» di redigere quotidianamente la cronaca delle sessioni, incarico che
affiancò alla lettura di bollettini quotidiani dai microfoni della Radio vaticana (tali interventi sono
ora raccolti nel volume "I giorni del Concilio", Pisa, 1983).
Nel 1968 fu elevato alla dignità
episcopale e fu nominato amministratore apostolico "sede plena"
dell'Arcidiocesi di Pisa, di cui divenne arcivescovo nel 1971. Nel 1986 si ritirò a Carmignano, suo paese
natale, dove si spense il 16 gennaio 1993.
Tra le sue
opere si ricordano: "Scipione de'Ricci. Saggio storico-teologico sul
giansenismo italiano", Brescia, 1940; "Fiori d'arancio", in
collaborazione con P. Bargellini, Firenze, 1947; "Teologia del
dolore", Milano, 1949; "La Madonna nella letteratura", in "Mater
Christi", Roma, 1957; "Cultura religiosa e laicismo", Roma,
1960; "Servi della parola", Torino, 1960; "Pensieri di S.
Gemma", Lucca, 1961; "La Chiesa nella storia", Pisa, 1983;
"La liturgia della parola", Pisa, 1985; "Diario di un
Vescovo", Pisa, 1990 e Milano, 1992; "I pensieri del Parroco di San
Lorenzo", Firenze, 1998; " 'Diario di un parroco' di Corso
Donati", Firenze, 1998.