Cari amici,
sabato vivremo una giornata decisamente importante.
La mattina parteciperemo alla prima assemblea della ASSOCIAZIONE PISTOIESE PER LA RIABILITAZIONE. Dopo un "annus horribilis" vediamo finalmente la luce! Ma questo è soltanto il primo passo di un cammino tutto in salita.
Capitano a proposito, mi pare, le parole che il Papa ha pronunciato in questi giorni nel suo viaggio in Croazia rivogendosi ai rappresentanti del mondo civile. Il tema del suo discorso era "la coscienza".
Mi pare bello ripartire da qui, perchè la nuova Associazione riconosca sempre meglio il proprio carisma di accoglienza, assistenza, riabilitazione in senso ampio e formazione, con l'augurio che la nuova realtà - aperta a tutti, pur senza essere "neutra" - si lasci dunque guidare da un autentico desiderio di servizio e di comunione che nasce dalla famiglie e si estende ai volontari.
La nostra giornata si chiuderà dalle ore 18.30 in poi in Piazza del Duomo per l'incontro Diocesano nella Veglia di Pentecoste. Sarà un momento ecclesiale eccezionale e imperdibile. Alle 21 sarà celebrata dal Vescovo la Messa in Piazza. Non mancate!
La qualità della vita sociale e civile, la qualità della democrazia dipendono in buona parte da questo punto “critico” che è la coscienza, da come la si intende e da quanto si investe sulla sua formazione. Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro.
(…) È nella formazione delle coscienze che la Chiesa offre alla società il suo contributo più proprio e prezioso. Un contributo che comincia nella famiglia e che trova un importante rinforzo nella parrocchia, dove i bambini e i ragazzi, e poi i giovani imparano ad approfondire le Sacre Scritture, che sono il “grande codice” della cultura europea; e al tempo stesso imparano il senso della comunità fondata sul dono, non sull’interesse economico o sull’ideologia, ma sull’amore, che è “la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera” (Caritas in veritate, 1). Questa logica della gratuità, appresa nell’infanzia e nell’adolescenza, si vive poi in ogni ambito, nel gioco e nello sport, nelle relazioni interpersonali, nell’arte, nel servizio volontario ai poveri e ai sofferenti, e una volta assimilata la si può declinare nei più complessi ambiti della politica e dell’economia, collaborando per una polis che sia accogliente e ospitale e al tempo stesso non vuota, non falsamente neutra, ma ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico. È qui che i Christifideles laici sono chiamati a spendere generosamente la loro formazione, guidati dai principi della Dottrina sociale della Chiesa, per una autentica laicità, per la giustizia sociale, per la difesa della vita e della famiglia, per la libertà religiosa e di educazione.
Benedetto XVI
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