lunedì 14 dicembre 2009

Riflessioni di Natale

Ci si avvicina a Natale e i giorni trascorsi a La Verna assieme a Irene hanno portato spunti per riflessioni legate a questo evento. Riflessioni che vorrei condividere con voi.

Innanzitutto, come immagino sappiate, il luogo della nascita è una mangiatoia. Io ho sempre pensato che volesse simboleggiare semplicità e povertà, in realtà mi hanno fatto notare che c'è dell'altro. Gesù nasce a Betlemme, nome che voul dire "casa del pane", in una mangiatoia poiché egli sarà pane di vita. Nasce in una mangiatoia perché il suo destino è quello di essere mangiato. Incredibile, ma io non ci avevo mai pensato e probabilmente non ci sarei mai arrivato se non me l'avesse fatto notare una gentile suora. Eppure si sa che Dio non spreca le sue forze e nulla avviene per caso.

Da qui segue allora un altro ragionamento: queste "Dioincidenze" (termine noto a chi è venuto con me in Etiopia) ci sono nella vita di tutti i giorni? La risposta ovviamente è sì, basta avere occhi per poterle vedere (dice il Piccolo Principe: "Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi").
Non c'è dubbio che viviamo in un periodo di grandi grazie infatti molti sono i Santi moderni che ci hanno lasciato traccia di un cammino da seguire. Dobbiamo imparare da loro per mettere Dio al centro della nostra vita.
Un altro spunto, ce l'ha dato un ragazzo, dicendoci che lui nel presepe, oltre alle varie statuine, ci mette anche il crocifisso. Per lui il Natale rappresenta l'inizio della Pasqua.

Infine il Natale è un periodo molto rumoroso, c'è traffico e la gente si affolla dentro i negozi, per questo è importante riscoprire il valore del silenzio. Silenzio in noi e negli altri.

Stamattina alla mensa dei poveri di Torino c'è stato un po' di trambusto, poiché, complice il freddo, latte e thé sono finiti. Potete immaginare che l'umore di chi vive per strada, dopo vedersi rifutata una tazza di latte, non possa essere dei migliori. In tutto il trambusto però chi ha avuto la peggio è chi è stato silenzioso nel suo tavolo. Alla fine suor Teresa ce l'ha fatto notare: i prepotenti hanno avuto quello che volevano, gli altri sono rimasti a bocca asciutta perché non ci siamo accorti di loro che invece, ultimi tra gli ultimi, avrebbero dovuti essere al centro della nostra attenzione. Vi invito quindi in questi giorni a cercare quelle persone che, in un modo o in un altro, sono silenziose, invisibili. E con ciò naturalmente non mi riferisco solo ai barboni: ognuno ha modo di esprimere il proprio silenzio.

Andrea

1 commento:

  1. ma x venire aias fare volont.come si svolge so 1 volta mese la domenica ma io ho 35 anni anni fa venivo ma quando non lavoravo..vedo che fate tante cose ..quando ci sara il musicol verro vedere,siete stati in diverzi posti a sidney ...a loreto ...ma chissa se io ce la farò xche ho problemi schiena..bea

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